10 gennaio 49 a.C. era la mattina di un freddo inverno quando Cesare, raggiunte le sue coorti e dopo aver riflettuto sul da farsi e su quelle che sarebbero state le conseguenze di varcare in armi il pomerium, attraversò il Rubicone a poca distanza da Rimini, la romana Ariminum.

CESARE VARCA IL RUBICONE

Secondo tradizione è proprio poco prima del suo passaggio che pronunciò una delle sue più celeberrime locuzioni: alea iacta est.

Fu l’inizio della guerra civile con Pompeo e la successiva ascesa al potere della famiglia Giulio Claudia.

ALEA IACTA EST: IL DADO È TRATTO (O GETTATO)?

alea iacta est, una delle più famose frasi latine che conosciamo, una frase attribuita a Cesare da Svetonio (ripresa da Asinio Pollione) forse è figlia di un’errata traduzione.

I classici, in primis Plutarco nelle sue Vite Parallele, riporta che Cesare pronunciò in greco le parole “sia lanciato il dado”, una sorta di odierno “e che dio ce la mandi buona”.

È per questo che la tesi ad oggi più accreditata è quella che abbatte il mito e riporta la locuzione nella forma di Plutarco in latino “iacta alea esto”, “si getti il dado”.

Cesare si appresta a varcare il Rubicone /// Illustrazione di Peter Dennis

IL RUBICONE, IL POMERIUM CHE NON SI POTEVA VARCARE CON UN ESERCITO

Nell’ordinamento romano, era definito pomerium quella linea di confine sacro che separava Roma dal resto del mondo.

All’interno del pomerium vigeva il comando civile di pace dei consoli e a loro non era lecito condannare a morte senza un giusto processo ma potevano essere inflitte solo pene corporali, all’esterno vigeva invece, l’imperium militiae di coloro che comandavano le legioni o i governatori delle province.

In principio il pomerium era quella linea tracciata coi buoi da Romolo e Remo che poi, secondo tradizione, coinciderà con le cosiddette Mura di Servio Tullio: nel periodo delle guerre civili includeva invece tutta quella parte della penisola italica posta a sud dei fiumi Magra e Rubicone.

Una volta varcato il pomerium, gli stessi littori dovevano rimuovere la scure dal fascio littorio: era vietato infatti entrare con qualunque tipo di arma nell’Urbe.


IL RUBICONE: DOVE?

Sono diversi i comuni che si contendono la localizzazione di dove Cesare sarebbe passato: uno di questi è Savignano sul Rubicone dove un ponte (costruito sopra i resti di un ponte romano), è una statua al condottiero romano, indicherebbero il luogo in cui cambio la storia di Roma e quella del mondo intero..

Statua di Cesare nei pressi del ponte sul fiume Rubicone

LE RAGIONI DI CESARE E COSA CI RACCONTA LA STORIA (E LO STESSO CESARE)

La sempre maggiore popolarità di Cesare dopo le vittorie riportate in Gallia e la morte nel 53 del triumviro Crasso fecero sì che il senato alla fine del 50 a.C.  – secondo Cesare sotto la spinta di Pompeo – richiamasse il condottiero a Roma con l’ordine di sciogliere l’esercito.

Lo scontro in senato era tra gli optimates – conservatori e guidati da Gneo Pompeo Magno e i populares, molto più attenti alle richieste delle fasce più deboli dell’Urbe e più legati a Cesare. 

Tornare a Roma senza l’esercito sarebbe significato la morte o, almeno, sconfitta: fu così che inizialmente con la Legio XIII – una delle più legate al comandante – Cesare, dopo il tentativo di venire a capo con “le buone”, decise di attraversare il fiume, cambiando con quel gesto, le sorti della storia.


AMERIA: LA STORIA DI ROMA RIVIVE IN UNA MOSTRA-INSTALLAZIONE

Inaugurata nel Museo di Amelia proprio il giorno della morte di Germanico, la mostra installazione “Germanico Cesare… a un passo dall’impero” ripercorre la storia di Roma nel periodo che va da Cesare sino a tutta l’era della dinastia Giulio Claudia.

Un modo unico per immergersi nella storia e celebrare il generale Germanico, secondo le fonti, unico successore degno di Cesare e Augusto.

Particolare di una delle proiezioni della mostra installazione

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