Giornate di elezioni politiche regionali e a farla da padrone sono il web, le televisioni ma anche quei manifesti che un tempo venivano graffiti sui muri delle case – per la felicità, pensiamo, degli imbianchini dell’epoca!

I PROGRAMMATA LA PROPAGANDA ELETTORALE AL TEMPO DI ROMA

Vi prego di eleggere Elvio Sabino come edile, degno dello Stato, una persona per bene”, questa è solo una delle ultime scritte rinvenute sui muri esterni di una domus di Pompei dagli ultimi scavi della Regio V due anni fa.

Frammento di intonaco con iscrizione elettorale /// Pompei, Regio V

Ma se ne possono leggere di ogni, oggi all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, “O Trebio valente, vota come edile Ovidio Veientone, egli poi ti sarà favorevole”, oppure “Votalo, perché durante il suo precedente mandato non è morto neppure un asino”.

Spesso sono utilizzate le formule “OVF” (oro vos faciatis – “vi prego di eleggere”) o DPR (dignum rei publicae – “degno della pubblica amministrazione”).

L’eruzione del 79 d.C. ha reso possibile conservare tantissime scritte elettorali che danno una colorita fotografia della vita politica e della campagna elettorale del municipio romano vesuviano al tempo dell’impero e se ne sono trovate dal periodo augusteo sino all’ultimo periodo della città, segno questo che le iscrizioni parietali non venivano cancellate – e non si rispettava di certo il “periodo di silenzio elettorale”, né gli spazi di affissione, visto che si son trovate scritte persino su monumenti funebri.

Frammento di intonaco con iscrizione elettorale da Pompei /// Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Questi manifesti elettorali venivano definiti programmata, gli autori erano i programmatum scriptores, persone dedite a questo lavoro e anche a trascrivere altri “annunci” come potevano essere quelli degli spettacoli cittadini. 

Probabilmente lavoravano di notte per non essere disturbati per questo possiamo immaginarci la presenza di un delabator – imbianchino che magari stendeva un velo di bianco per far risaltare la scritta – uno scalarius – che attendeva alla scala – uno scriptor, un lanternarius, e l’adstans, il garzone.

Intonaco con iscrizioni elettorale /// Pompei, Via dell’Abbondanza

LE ELEZIONI ALL’INTERNO DI UN MUNICIPIO ROMANO

A primavera, ogni anno, i cittadini del municipio erano chiamati per le elezioni delle magistrature della città, in particolare, venivano eletti due duoviri a cui spettava il potere esecutivo, e due aediles, a cui venivano affidati i pubblici servizi

I tituli picti di Pompei mostrano in parte come avveniva la campagna elettorale, di seguito l’iter che veniva seguito:

Innanzitutto le persone dovevano presentare la candidatura, la professio nominis, a un consiglio che ne pubblicava la lista, l’accettazione e la pubblicazione ufficiale dei nomi.

I candidati a magistrato dovevano possedere dei requisiti precisi: essere cittadini romani, avere almeno 25 anni ed essere residenti nel territorio del municipio. Inoltre dovevano far mostra di una condotta adeguata e avere un patrimonio adeguato: gli incarichi pubblici non erano retribuiti, erano gli stessi magistrati che dovevano compiere atti munifici verso la propria città. Inoltre i candidati ai due ruoli di duoviri dovevano aver già ricoperto la carica di edili.

A quel punto si attivava la propaganda elettorale attraverso i programmata e tutte le attività volte ad eleggere questa o quella persona. E i salotti di discussione di certo non erano quelli in tv, ma quelli nei thempolia e nelle thermae.

Alla fine delle elezioni, gli stessi nomi degli eletti, venivano dipinti sui muri della città.

Frammento di intonaco con iscrizione elettorale da Pompei /// Museo Archeologico Nazionale di Napoli

OGGI COME ALLORA: L’IMPORTANZA DELLE ELEZIONI E L’AMAREZZA PER LE FAKE NEWS

Cambiano i tempi, non cambia la sostanza delle cose: la politica e le elezioni restano, senza dubbio, i momenti più sentiti all’interno della nostra vita e la propaganda elettorale, oggi come allora, colora di parole i mesi e i giorni che precedono un momento fondamentale della nostra democrazia.

Anche le considerazioni ironiche non cambiano, visto che uno scriptor, in ben tre punti di Pompei – la Basilica, il Teatro Grande e l’Anfiteatro – ha lasciato l’amara scritta “Admiror, paries, te non cecidisse ruina, qui tot scriptorum taedia sustineas”, mi meraviglio o muro che tu non sia crollato sotto il peso di tante sciocchezze.

Frammento di intonaco con iscrizione elettorale da Pompei /// Museo Archeologico Nazionale di Napoli

LA MOSTRA DEL GERMANICO PROROGATA SINO AL 30 SETTEMBRE

Visto il successo di pubblico avuto dalla sua apertura, il Comitato per il Bimillenario, insieme al Comune di Amelia, hanno deciso la proroga dell’apertura della mostra installazione “Germanico Cesare… a un passo dall’impero” sino al 30 di settembre.

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